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Oleoliti, la magia degli intrugli

"unguento,unguento portami al noce di benevento

sopra l’acqua e sopra il vento e sopra ogni altro maltempo"


L'usanza di lasciar macerare le erbe in olio, alcol o acqua, è antica quanto la razza umana, ma, chi sa perchè, a un certo punto le case "farma-cosmetiche" sembravano saperne più delle nonne ed ecco che oggi la lenta dedizione alle antiche abitudini appare come una nostalgica velleità radical-chic. Non si ha il tempo per passeggiate alla ricerca di piante spontanee, coltivare è un lusso, lasciar seccare le droghe richiede spazio, l'olio buono costa caro ecc ecc.


Eppure, anche nelle più umili capanne e con le proli più numerose tra i piedi, le nostre antenate hanno trovato sempre il modo di far crescere, trasformare e riutilizzare i doni che la natura ci offre. Forse ciò che realmente ci manca, oggi, è solo un po' di serenità nel dedicarci ad attività apparentemente fuori logica, come le autoproduzioni - specie quelle di bellezza!

E' chiaro che ormai, anche fuori città, si fa prima a ricorrere allo scaffale, magari di erboristeria così siamo più "eco". E pazienza se, anche lì, l'ennesima catena di sfruttamento trova pane per i suoi denti - dalla cavia di laboratorio alla produzione degli imballaggi, alle mani che impacchettano i prodotti.

Resta da chiedersi che cosa significhi "vivere bene":

non solo la qualità dei prodotti fa la differenza, quando sei tu a scegliere gli ingredienti e a dare vita agli intrugli, ma anche il tempo impiegato per creare (che è sempre tempo "di qualità"!) può essere un buon motivo per non dare fondamento alla pigrizia. Pensiamo a uno zoo, agli elefanti di uno zoo: credete sceglierebbero di rinunciare ai loro 30 km di camminata giornaliera per un buon pasto sempre uguale servito tutti i giorni alla stessa ora, se potessero?

Ecco, ricorriamo alla saggezza degli elefanti, alla loro lentezza, e proviamo a vivere diversamente per un po'. Giusto solo così, "per vedere l'effetto che fa"! :)


Oleoliti: i macerati in olio


L'Oleolito è un estratto erboristico realizzato mediante una base d'olio in cui viene fatta macerare una droga ben sminuzzata. Il processo avviene attraverso un'immersione prolungata in cui la pianta rilascia all'olio le sue proprietà. L'estratto oleoso risulta anche un ingrediente basilare per formulare creme e unguenti, oppure oli da massaggio ricchi di proprietà terapeutiche. L'Olio estrae principalmente i composti liposolubili.

Per realizzare l'oleolito solitamente si fa seccare la parte della pianta che interessa (detta droga), ma per le piante che accusano molto i processi di essiccazione (ad esempio iperico, arnica, melissa o mallo di noci) è bene utilizzare la pianta fresca. Attenzione a non confondere l'oleolito (ottenuto, appunto, da una macerazione) con l'olio vegetale (ottenuto dalla spremitura dei semi) o con l'olio essenzale (estratto direttamente dalla pianta).

Il rapporto droga-solvente è solitamente di 1 a 5 ( ad esempio per 20 gr di droga useremo 100 gr di olio) e possiamo seguire due diverse metodologie.

Metodo a bagnomaria

Pesate 20 grammi di droga, pestatela con il mortaio senza polverizzarla e mettetela in un barattolino resistente al calore (es. vetro temperato). Versate nello stesso vasetto 100 grammi di olio (sulla droga), mescolate per qualche minuto, quindi mettete il ciottolino stappato a bagnomaria continuando a mescolare di tanto in tanto. Seguitate a mescolare di tanto in tanto per circa due ore, avendo cura di mantenere la temperatura dell'olio entro i 35°-40° (per preservarne le caratteristiche) e rimboccate di acqua il bagnomaria qualora il livello scendesse troppo (va bene anche acqua fredda tanto si riscalda subito). Trascorso il tempo indicato estraete dal bagnomaria e travasate in un barattolo di vetro. Lasciate raffreddare, quindi chiudete con un tappo (se avete utilizato pianta secca) o coprite il contenitore con unfazzoletto o con una garza (se avete utilizzato pianta fresca). Riponete in un luogo buio e asciutto mescolando ogni giorno quanto più tempo possibile. Trascorsa una settimana mettete nuovamente il barattolo a bagnomaria (sempre a 35°-40° circa) e mescolate per 15 minuti. Filtrate poi l'olio con una garza, con uno straccetto di cotone, o con della carta da filtro, riportate a volume, quindi travasate possibilmente in un contenitore di vetro scuro.

Metodo a freddo

Pesate 20 gr di droga secca, pestatela con il mortaio (senza polverizzarla) e mettetela in un barattolino, quindi versate nel vasetto 100 gr di olio (sulla droga) e mescolate per qualche minuto. Tappate e riponete in un luogo buoi, fresco e asciutto per 40 giorni (in mancanza di un luogo riparato dalla luce si può "incartare" il barattolo con carta, stracci, stagnola o materiali affini). Mescolate quotidianamente il vasetto, quanto più possibile (almeno per 15 minuti). Trascorso il tempo indicato filtrate l'olio con una garza, uno straccetto di cotone (o con della carta da filtro), riportate a volume e travasate possibilmene in un contenitore di vetro scuro.

Quando non esistevano le bilance... metodo tradizionale


Per millenni, in assenza di bilance per pesare i materiali e avere la giusta proporzionje, il metodo utilizzato è stato quello di ricoprire semplicemente la pianta sminuzzata nel barattolo con dell'olio facendo attenzione che tutta la pianta sia ben ricoperta esattamente come quando prepariamo le verdure sott'olio. Gli oli che ne ricavavano funzionavano benissimo anche senza esatte proporzioni!

Scelta dell'olio vegetale

Non c'è una regola precisa per la valutazione dell'olio da usare come base; glli oli più utilizzati per macerare piante sono l'olio d'oliva, l'olio di semi di girazole (che deve essere spremuto a freddo) e l'olio di mandorla. Per tradizione l'iperico si macera in olio d'oliva che risulta però essere più pesante e "untuoso" degli altri due.

Riporto a volume

Non è altro che un "risciacquo", con nuovo olio, della droga appena filtrata.

Il riporto a volume serve perchè:

a) durante il filtraggio una parte di olio rimane "intrappolata" nela droga, ed è generalmente la parte più ricca, ovvero l'olio di cui la droga è rimasta imbevuta;

b) l'olio a volte si satura con i principi attivi primari della pianta e non riesce a estrarre i principi secondari in essa contenuti, che sono comunque importanti per mantenere integro il fitocomplesso delal pianta.

Per favorire un assorbimento completo (ovvero per ottenere dalla droga tutto l'olio) si utilizza la stessa droga (già eusata) ma si mette a contatto con del solvente nuovo, che assorbirà eventuali principi attivi in essa rimanenti.

ESEMPIO: avete usato 100gr di olio e 20 gr di pianta ma quando avete filtrato l'oleolito avete ottenuto solo 82 gr di olio perchè la droga ha assorbito gli altri 18 gr. Dovete allora unire alla droga usata altri 18 gr di olio "nuovo" mescolando per 15/20 miuti, così la droga assorbirà l'olio "nuovo" e rilascerà il resto dell'olio ricco di principi attivi. A questo punto vi basterà filtrare e unire il secondo filtraggio al primo... e la magia è fatta!

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