"All'inizio dei tempi c'era la Dea. Lei, il cui nome non può essere pronunciato, fluttuava nell'abisso dell'oscurità: sola, maestosa, completa di Sè.
Mentre si specchiava dell'oscuRo cosmo, Lei vide, attraverso la sua stessa luce, il suo radioso riflesso, e se ne innamorò perdutamente."
Starhawk
Tutto è uno.
Le culture indigene, seppur di diverse tradizioni, hanno in comune la percezione del mondo come qualcosa di vivo. I loro miti, le cerimonie, le offerte, le preghiere, i rituali, sono sempre stati considerati, nel loro sapere, il mezzo per unire la comunità umana con tutte le altre forme di vita della terra e dell'universo.
Venne un giorno in cui gli esseri umani interruppero questa intima conversazione, dichiarando che la forza energetica degli elementi, l'aria, l'acqua, il fuoco e la terra, e tutto quello che grazie a loro popolava il nostro pianeta, non era viva.
Costretti a vivere in una coscienza limitata e accettando le sue restrizioni come relatà, scartando altre possibilità definendole fantasia, immaginazione o stupidaggini, le persone, auto-esiliate dall'intero creato, insistono a vivere in un mondo separato e non integrato.
L'universo è talmente grande per loro che, per timore di non comprenderlo, lo filtrano attraverso cornici che lo riducono. Malgrado tutto questo, siamo affamati di magia e d'invisibile, rincorriamo l'illusione di percepire e fare esperienza dell'infinito, per vivere in un universo dinamico e animato... apriamo le orecchie, sorelle: il mondo ci sta parlando! E' la magia la disciplina pura della mente.
Essa rompe l'incantesimo che ci tiene psicologicamente lontane dal mondo naturale. Coloro che abbiamo chiamato streghe, facevano proprio questo: piccoli atti magici, naturali, che le ricollegavano alla Natura.
(A. Comneo e I. Ruz)